Solitudine, Ansia, Evitamento: tra normalità e clinica – Firenze 12 Novembre 2016

Si è svolta Sabato 12 Novembre a Firenze la giornata su – Solitudine, Ansia, Evitamento: tra normalità e clinica – organizzata dall’AIDAS, Associazione Italiana Disturbi dell’Ansia Sociale, in collaborazione con il Terzo Centro di Psicoterapia Cognitiva e IPSICO (Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva).

La mattinata si è aperta con una scrittrice e psicoterapeuta, Dr.ssa Evangelista, che ha subito portato in sala un’atmosfera di profonda emozione ed attenzione, presentando il suo libro, “La stanza di Eric”. Si è potuto assistere alla lettura di alcune parti del testo che hanno dato vita ad una tavola rotonda e un confronto tra addetti ai lavori e partecipanti ricco di riflessioni, spunti di ricerca e interessanti osservazioni sul caso di Eric. Il romanzo, le cui pagine si dispiegavano tra psicopatologia e risvolti clinici, immaginazione e fantasia, ha aperto un’importante finestra sul mondo del ritiro sociale, sul fenomeno degli Hikikomori, su quella fetta di popolazione che da un giorno all’altro decide di ritirarsi e diventare invisibile al mondo, invisibile a se stessa, in grado di andare avanti per anni in bilico tra sopravvivenza e non-essere.

La mattinata è proseguita con gli interventi del Dr. Procacci, il Dr. Marsigli e il Dr. Grimaldi, i quali hanno posto l’attenzione sugli aspetti eminentemente clinici, portando i partecipanti nei luoghi del colloquio clinico: cosa si ascolta? cosa si osserva? Cosa percepisce un terapeuta con persone affette da ansia sociale?

Nello specifico il Dr. Procacci ha presentato al pubblico un caso, le cui modalità di aggancio e di “ascolto” sono risultate sicuramente nuove a chi ha avuto il piacere di leggere il fitto ed intenso scambio di mail che il Dr. Procacci ha avuto con un ragazzo, con caratteristiche in qualche modo ascrivibili a quelle delle persone che soffrono di ansia sociale ed un funzionamento con tratti evitanti, le cui emozioni e stati mentali principali si dipanano tra ansia, vergogna, imbarazzo, timore del giudizio altrui, solitudine. Il Dr. Procacci ha voluto in qualche modo far riflettere sulle nuove modalità di interazione che pazienti come Eric nel caso del libro, Carlo il caso da lui presentato e tanti altri, pongono all’attenzione dei clinici.

Il Dr. Marsigli ha svolto il suo intervento sottolineando le caratteristiche cliniche di pazienti con ansia sociale, anch’esso prediligendo la pratica e mostrando trascritti di seduta. Attraverso un’attenta disamina sugli stati mentali tipici degli ansiosi sociali, si è visto come temi quali confronto sé-altri, senso di inadeguatezza, public self-consciousness (la sensazione di essere sempre nella mente dell’altro pur non essendoci una diretta interazione), timore di esclusione, ansia anticipatoria, distorsioni cognitive come pensiero dicotomico e catastrofizzazione, fattori di mantenimento quali l’autofocalizzazione, strategie come l’evitamento siano portanti e sempre presenti nelle stanze dei clinici che accolgono suddetti pazienti.

Sulla stessa linea si è mosso l’ultimo intervento della mattinata del Dr. Grimaldi, il quale ha aperto la presentazione parlando alla sala dell’ansioso sociale e dell’importante aspetto dell’immagine di sé negativa, elemento portante del disturbo. Sempre attraverso la lettura di alcuni trascritti di seduta, il Dr. Grimaldi ha voluto mostrare come i cicli interpersonali degli ansiosi sociali siano volti ad evitare il rifiuto vissuto sempre come inevitabile all’interno delle relazioni con gli altri. Altri tre importanti aspetti sono stati toccati, e in particolare gli stati mentali del terapeuta in seduta con questo tipo di pazienti, l’importanza della relazione terapeutica e un interessante sguardo al mondo delle neuroscienze e le implicazioni terapeutiche di tipo top-down e bottom-up connesse.

Se la prima parte della giornata è stata caratterizzata da temi quali clinica, approcci terapeutici, stati mentali pazienti e terapeuti, la seconda ha decisamente portato con sé un tocco di innovazione e tecnologia.

Ha aperto il pomeriggio il Dr. Barbato direttore tecnico di Idego – Psicologia Digitale, società che si occupa di ricerca e sviluppo nel settore della Cyberpsicologia. L’intervento è stato incentrato sull’utilizzo della Realtà Virtuale nella pratica clinica, presentando al pubblico la tecnologia e permettendo ai presenti di sperimentarsi in un’esperienza virtuale grazie all’uso di un apposito visore. I presenti in sala si sono ritrovati così a vivere esperienze immersi ora in fondali marini, interagendo con squali e delfini, ora sulle montagne russe o passeggiando in una stanza. Interessanti le ricerche presentate dal Dr. Barbato circa l’utilizzo di nuove tecnologie nell’ambito terapeutico, soprattutto per la cura di fobie specifiche. Ciò ha sicuramente portato il pubblico in nuove dimensioni, non solo virtuali ma molto probabilmente dimensioni che, nel giro di qualche anno potrebbero divenire realtà applicate in campo clinico.

Una volta tolti i visori e rientrati nella realtà, non più quella virtuale ma muovendosi pur sempre con le nuove tecnologie, il Dr. Valente ha chiuso la giornata presentando un bellissimo cortometraggio a cura dell’AIDAS, sulla tematica dell’ansia sociale. Il corto, già in rete su tutti i canali social, da facebook, youtube, linkedin e twitter ha riscosso ampio successo, suscitando emozione nei presenti che hanno avuto modo di vedere il video in anteprima.

La mia bolla – come superare l’ansia sociale: questo il titolo del cortometraggio che con delicatezza tenta di avvicinare tutti coloro che, distanti dagli altri, estranei al mondo, vivono isolati nella loro bolla che tiene lontani da tutti, che protegge da quell’atavico timore di essere rifiutati, esclusi, derisi, allontanati.

A termine di una giornata così ricca di argomenti, spunti di ricerca, scambi e riflessioni, i relatori non potevano che promettere ai presenti l’organizzazione di futuri momenti di incontro per provare a lavorare insieme, condividere e approfondire tematiche  importanti e attuali.