I Disturbi dell’umore

Che cosa sono

La caratteristica comune di questi disturbi è la presenza di umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni somatiche e nel modo di pensare, che incidono significativamente sulle capacità di funzionamento dell’individuo. Le differenze consistono essenzialmente nella durata e nella distribuzione nel corso del tempo della sintomatologia.

 Quanto sono frequenti

La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso. Ne soffrono circa 15 persone su 100.

Può colpire chiunque a qualunque età, ma è più frequente tra i 25 e i 44 anni di età ed è due volte più comune nelle donne adolescenti e adulte.

La distimia spesso sopraggiunge dopo uno o più episodi di depressione maggiore.

In età evolutiva, si calcola una prevalenza dello 0,3-1% in età prescolare, 0,4-2,5 in età scolare, 4-8,3 in adolescenza.

Come si manifestano

Disturbo depressivo maggiore

Questo disturbo è caratterizzato da:

  • Tristezza, senso di vuoto, disperazione quasi tutti i giorni, quasi tutto il giorno (sentirsi “spenti” scoraggiati, “giù di corda”);
  • Marcata riduzione di interesse o piacere per attività prima ritenute piacevoli (anche dell’interesse e del piacere sessuale);
  • Significativa perdita o aumento di peso, non dovuta ad una dieta;
  • Sonno disturbato (difficoltà a dormire o necessità di dormire troppo);
  • Mancanza di energie, faticabilità;
  • Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (valutazioni negative irrealistiche del proprio valore oppure preoccupazioni di colpa o ruminazioni su piccoli errori passati; per cui spesso interpretano eventi quotidiani neutri come prova di difetti personali e provano un esagerato senso di responsabilità per eventi sfavorevoli);
  • Ridotta capacità di concentrazione e di decisione (possono apparire facilmente distraibili o lamentare problemi di memoria);
  • eventuale ideazione suicidaria.

Tali sintomi sono presenti in modo persistente, tanto da causare un disagio clinicamente significativo.

Disturbo depressivo persistente (Distimia)

Chi soffre di distimia sperimenta, da almeno due anni, alcuni sintomi depressivi, quasi tutti i giorni, la maggior parte del giorno, seppure in modo attenuato.

Cause

Le cause dei disturbi dell’umore non sono ancora completamente note, ciò che è certo è l’importanza nell’esordio e nell’evoluzione di tali disturbi di:

– Fattori biologici – polimorfismi genetici, attività neurotrasmettitoriali;
– Fattori scatenanti – esperienze traumatiche precoci, perdite di figure di attaccamento, eventi stressanti;
– Uso e abuso di sostanze, lecite (nicotine, caffeina) e non (cannabinoidi, cocaina, ecstasy).

Come per altri disturbi psichiatrici non è ancora stata individuata un’unica causa per i Disturbi dell’umore. Sicuramente sono stati individuati due fattori principali: un fattore di carattere biologico, per cui alcuni hanno una maggiore predisposizione genetica verso questa categoria di disturbi; un fattore psicologico, per cui talune esperienze (particolarmente quelle infantili) possono portare ad una maggiore vulnerabilità alla malattia. La vulnerabilità biologica e quella psicologica interagiscono tra di loro e non necessariamente portano allo sviluppo del disturbo. Incidono notevolmente sul manifestarsi del disturbo, da una parte eventuali fattori scatenanti (eventi stressanti positivi o negativi, come la nascita di un figlio o la perdita del lavoro, gravi perdite o tensioni importanti); mentre dall’altra relazioni buone e supportive.

Possono contribuire all’eziologia del disturbo anche l’uso e l’abuso di sostanze.

Trattamento

Per il Disturbo Depressivo Maggiore i trattamenti indicati sono rappresentati dall’utilizzo di farmaci regolatori dell’umore in associazione alla psicoterapia individuale.
Un approccio che ha dimostrato una buona efficacia, si sui sintomi acuti che sulla loro ricorrenza, è quello cognitivo-comportamentale, nel corso della quale la persona viene aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi che mantengono e aggravano la malattia e a liberarsene gradualmente, riattivando o acquisendo  modalità di pensiero e di comportamento più funzionali.